20 Mar 2015, 16:46 | Attualità News | Scritto da : webrep
Chiudono le stazioni ferroviarie sulla Reggio-Sassuolo. Un altro pezzo di storia che se ne va
E’ arrivata anche la Rai, con le telecamere di “Mi Manda Rai 3” per mettere sotto i riflettori nazionali quanto sta accadendo nel disinteresse generale nella nostra provincia. Un silenzio assordante, se non fosse per un battagliero comitato di cittadini di Bosco di Scandiano che tiene alta l’attenzione sul progressivo smantellamento da parte di Regione e Fer del servizio passeggeri sul treno Reggio-Sassuolo. Lo scorso 16 marzo è stata di fatto chiusa la piccola stazione di Due Maestà. Il tutto con un blitz in pochi giorni: brevissimo preavviso, a cui è seguito rapidamente lo smantellamento fisico della segnaletica e del comando di chiamata. I vertici di Fer (Ferrovie Emilia Romagna) annunciano che a quella di Due Maestà seguiranno le chiusure di viale Piave a Reggio e Bosco di Scandiano. Le motivazioni sono un po’ confuse. Si va dallo “scarso utilizzo” di Due Maestà alla eccessiva prossimità con altre fermate (viale Piave). Ma è su Bosco che si concentra la battaglia. “Fer sostiene che il punto sarà del tutto rifatto – dicono dal Comitato “Il Pulcino” – quando invece l’intervento previsto è il semplice allungamento del binario di scambio. Si omette di dire che Bosco funge già oggi da nodo di scambio tra i treni che corrono in senso opposto (essendo la tratta a binario unico), le fermata è utilizzata e non ci sono altre fermate vicine ed in ogni caso gran parte dei treni passeggeri dovrà comunque fermarsi a Bosco proprio per scambiare, quindi nessun impatto sui tempi di percorrenza con o senza la possibilità per i passeggeri di salire o scendere”. Con buona pace del servizio pubblico “alternativo” all’automobile. “Dov’è finito il progetto della metropolitana di superficie tra Reggio e Sassuolo? – si chiedono i volontari del Comitato – Perché non si prende ad esempio Modena dove il servizio passeggeri sul treno Gigetto è stato recentemente implementato e potenziato facendo investimenti sulla linea Modena – Sassuolo?”. Sulla questione interviene anche l’architetto reggiana Rossana Benevelli. “Nel 2005 con l’inizio del percorso partecipativo per la redazione del Piano urbano della mobilità, abbiamo appreso da tecnici illustri, incaricati, l’importanza di ‘sfruttare’ e rafforzare l’uso metropolitano della rete ferroviaria locale esistente, la necessità di integrare queste infrastrutture con la nascente stazione Alta Velocità e la rete locale del trasporto pubblico su gomma. Erano anche gli anni dell’incremento demografico, dovuto alla forte immigrazione esterna. Analisi condotte sul territorio per la redazione del nuovo piano strutturale (PSC) evidenziavano un invecchiamento della popolazione, una riduzione dei componenti dei nuclei famigliari, l’aumento delle famiglie unipersonali. In tutti questi anni non si è levata nessuna voce autorevole da parte dei professionisti reggiani, per poi leggerne oggi commenti stupiti o amareggiati di ciò che tocca in sorte alla nostra città preoccupati solo del centro storico, senza mai menzionare realtà come ad esempio i quartieri incompiuti dopo un decennio dalla prima demolizione (via Compagnoni), quartieri mai nati (Pieve Modolena), quartieri che lambiscono il centro storico ma trattati come ‘ghetti’ (Santa Croce)”.