25 Nov 2016, 14:12 | Attualità News | Scritto da : Reporter

Dai centri famiglie ai baby parking: una rivoluzione socio-sanitaria
La legge approdata oggi in aula, che supera la legge regionale 1/2000, recepisce tra l’altro le norme nazionali sulla “Buona scuola” (L.107/2015), per delineare un sistema integrato e un’offerta diffusa di servizi educativi per la prima infanzia con l’obiettivo di garantire una pluralità di offerte. Il nido d’infanzia è il principale servizio educativo, con la doppia funzione formativa e di cura per i bambini e di sostegno delle famiglie. I gestori potranno “individuare moduli organizzativi differenziati rispetto ai tempi di apertura dei servizi”.
Il testo indica poi i servizi educativi integrativi al nido, si tratta di quattro tipologie: spazio bambini, centri per bambini e famiglie, servizi domiciliari, servizi sperimentali. I servizi potranno essere gestiti da comuni o da altri soggetti pubblici e da privati (purché si rispettino gli standard previsti). Gli stessi servizi dovranno applicare forme di contribuzione differenziata, in relazione alle condizioni economiche delle famiglie. I nidi e i servizi integrativi aziendali beneficiari di finanziamenti pubblici dovranno essere aperti anche ai bambini del territorio e non solo ai figli dei dipendenti. Per avere accesso ai servizi di tutta la rete sarà necessario per i bimbi aver assolto agli obblighi di vaccinazione.
I servizi con finalità puramente ricreativa per bambini che ne usufruiscono solo occasionalmente (ad esempio i baby parking) invece dell’autorizzazione al funzionamento avranno l’obbligo di presentare la Sia (segnalazione certificata di inizio attività) comprendente l’autocertificazione del possesso dei requisiti relativi alla sicurezza e alla salute previsti dalla legge. Saranno i comuni a vigilare sull’idoneità e corretto uso di questi servizi che non potranno fornire pasti o tenere i bimbi per tutto il giorno. Previste inoltre le iniziative di conciliazione autonomamente attivate dalle famiglie (ad esempio elenchi di baby sitter qualificate), che non richiedono autorizzazione né requisiti, ma potranno essere sostenute dai comuni come iniziative di conciliazione.
Fulcro dell’accreditamento, che presuppone il possesso dei requisiti per l’autorizzazione, è che i servizi pubblici e privati dispongano di un progetto pedagogico, della figura di un coordinatore pedagogico e l’adozione di strumenti di autovalutazione del servizio (il punto sarà oggetto di una futura direttiva della Giunta). Per gli appalti di servizi il progetto di legge prevede l’aggiudicazione “a favore dell’offerta economicamente più vantaggiosa” valutata in base ad elementi di qualità della proposta e non sul prezzo più basso. Il testo proposto prevede tra l’altro una clausola valutativa per l’analisi e il controllo da parte dell’Assemblea legislativa dei risultati ottenuti dall’applicazione della norma stessa ogni tre anni.