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A Reggio la Pace non è uguale per tutti

25 Lug 2014, 12:33 | Attualità News Politica | Scritto da : webrep

Le dichiarazioni di Ferrigno sono solo l’ultimo caso di una città troppo spesso ostile nei confronti del popolo israeliano

 

La Pace non è uguale per tutti. Almeno non a Reggio Emilia, dove puntuale, ad ogni evento bellico che veda in campo Israele o gli Stati Uniti, si assiste ai sit-in di protesta e alle fiaccolate in piazza organizzate da Donne in Nero, Sinistre più o meno giovanili, Movimenti catto-terzo-emergenzisti e gli immancabili preti detti di strada in cerca di pubblicità gratuita fuori dalle sagrestie. Il ritornello è sempre quello: i poveri palestinesi contro i ricchi israeliani, Davide contro Golia, eccetera eccetera. Già. La difesa dei deboli contro il sopruso dei forti. Peccato che non si ricordino prese di posizione delle Donne in Nero ai tempi della pulizia etnica di Milosevic contro tutto ciò che non fosse “puro serbo”, un esercito e un para-esercito armi in pugno contro civili, donne e bambini che fossero. Ma l’elenco sarebbe smisurato: dalla Cecenia al popolo Saharawi, dalle dittature sudamericane al Rwanda. No, loro diventano “nere” solo quando di mezzo ci sono quei “cattivoni” degli israeliani. E guai ad accusarle di definire questo loro pacifismo intermittente passibile di condotta anti-semita. La risposta anche in questo caso è automatica: non ce l’abbiamo col popolo israeliano, ma con i loro vertici. Dimenticando, o fingendo di non sapere, che a differenza di molti popoli da loro difesi, in Israele vige la democrazia. E gli eletti sono rappresentanti degli elettori. Quindi cade anche questa ipocrita distinzione. Ancora di più in questi giorni di ripresa del conflitto tra Israele e Palestina, una guerra talmente complessa e intrisa di sangue che è persino ridicolo pensare di ridurla ad una lotta tra “buoni” e “cattivi”. Non così a Reggio Emilia dove nei giorni scorsi, complici gli immancabili social network e probabilmente il tanto tempo libero a disposizione per usarli, si sono scatenati politicanti di ogni rango. Tra questi si è distinto l’ex consigliere provinciale Alberto Ferrigno che avrebbe persino invocato di radere al suolo Israele. Concetto non molto lontano da quello espresso da un ex esponente del Pd, sempre su Fb, al grido di “Morte a Israele”. Per dirla alla Antonio Conte: agghiacciante! In una città veramente pacifista, certe lugubri affermazioni sarebbero state stigmatizzate immediatamente da Sindaco, Prefetto, Vescovo. A Reggio invece tutto tace. Il pregiudizio anti-Israele rimane forte. Complice anche l’incredibile silenzio della comunità ebraica, forse l’unica in tutto il mondo a mancare di loquacità e tempestività nel rispondere a queste pericolose derive anti-israeliane. E’ solo di pochi mesi fa, per esempio, la decisione di Palazzo Magnani di allestire una mostra con il coordinamento scientifico del matematico Piergiorgio Odifreddi, uno di cui non si conoscono teoremi o principi algebrici, ma di cui purtroppo si ben conosce la visione, come dire, un po’ negazionistica dell’Olocausto. Palazzo Magnani, quella che dovrebbe essere la “casa della cultura” nella nostra città. Siamo messi proprio bene. Avanti così Reggio, la Pace prima di tutto!