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Trinità di Casina, capitale della “street art”

25 Lug 2014, 8:22 | Attualità News | Scritto da : webrep

Pochissimi «no, grazie», parecchi «Second me ghè mia d’problema» («Nessun problema», ndr). Questa la reazione degli abitanti di Trinità, un piccolo paese sulle colline di Reggio Emilia, alla proposta dei ragazzi dell’Associazione culturale Whats, che qualche settimana fa hanno cominciato a girare casa per casa per sondare la disponibilità dei loro compaesani a offrire un muro per la prima Sagra della street art. C’è chi ha chiesto un lupo e chi un geco. Qualcuno ha offerto un contributo spese per la vernice e nessuno si dimenticherà di stappare Lambrusco per gli artisti e i visitatori. Così, decine di street artist di calibro internazionale il 19 e il 20 luglio si ritroveranno qui e lasceranno il loro segno su altrettanti muri di stalle, fienili, latterie e abitazioni disseminati tra il centro e i borghi di Selva, Selvapiana, Monchio delle Olle, Pardella, Vedriano e Albareto. Frazioni di frazione della provincia reggiana, a malapena indicate su Google Maps, ma che dalla prossima settimana compariranno nei portofolio di questi artisti assieme a Londra, Berlino, Valencia e Madrid, per citare alcune delle città che ospitano le loro opere. Di chi parliamo? In rigoroso ordine alfabetico, Astro Naut, Ben Slow, Bibbitò, Collettivo Fx, Gas, Gola Hundun, James Kalinda, Julieta Xlf, Neko, Otto Grozni, Psiko Patik, Random, Reve+, Signora K e Zibe. Oltre a incontrarli laddove difficilmente si sarebbe immaginato, la novità sta nel fatto di poter assistere allo spettacolo decisamente raro di vederli all’opera in pieno giorno con spray, rulli e pennelli. Ai visitatori sarà fornita una mappa che li guiderà in un percorso alla scoperta dei vari siti, e che avrà come punto di partenza e di arrivo l’osteria nel centro del paese che negli stessi giorni peraltro sarà animato dalla tradizionale Festa del grano. Arte quindi perfettamente integrata con gnocco fritto, gare di trebbiatura e ballo liscio – o dj set di musica elettronica la sera di sabato e il pomeriggio di domenica, per i più audaci. Ma perché sagra? “Perché in un paese un festival è una sagra”. Non mancano ironia e provocazione in questa etichetta, che però esprime anche l’idea forte che muove questa iniziativa, come spiegano gli organizzatori: “E’ un evento nato e reso possibile da un forte rapporto con il luogo. Quando si partecipa a un festival di street art per lo più si arriva e si fa il proprio pezzo, senza doversi immischiare con la realtà. Noi invece agli artisti abbiamo chiesto di rispettare una regola: confrontarsi con l’ambiente, le persone, la storia prima di dipingere un muro”. La risposta degli street artist non è stata diversa da quella degli abitanti: “Sono tutti artisti con grande esperienza – proseguono i ragazzi di Whats – e hanno accettato di venire a dipingere gratuitamente perché occasioni come questa sono importanti per crescere. Sono occasioni per confrontarsi con altri artisti e, in questo caso, anche con un contesto completamente diverso da quello al quale sono abituati. La maggior parte di loro lavora nelle grandi città e ha trovato irresistibile l’idea di dipingere il muro di una stalla con le mucche dentro”. Talmente irresistibile che in questi sono già apparsi un gallo all’Osteria Notari, un’upupa su un fienile e un bambino che gioca con una volpe su una casa sulla strada principale del paese. Disegni sui muri: qui la street art la chiamano così. Ed è più semplice per tutti.


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