29 Set 2017, 20:00 | Attualità News Politica | Scritto da : Reporter
Anche il nostro ATENEO coinvolto con gli insegnanti di diritto
Si parla tanto dei “cervelli in fuga”. Ma il vero problema sono quelli che… restano
Nel polverone giudiziario che sta coinvolgendo in questi giorni il sistema dell’Università italiana ci sono anche nomi importanti del nostro Ateneo.
In pratica tutto lo staff di Diritto Tributario della facoltà di Giurisprudenza: lo storico ex ordinario (Francesco Tesauro) e la sua principale assistente (Maria Cecilia Fregni). Ora difesi in giudizio dall’ordinario di Diritto processuale penale (Giulio Garuti). Tutta gente che viaggia a una media di 10-12.000 euro al mese, garantiti per tutta la vita. Uno stipendio che dovrebbe come minimo raccomandare la massima prudenza nei comportamenti proprio per vivere al di sopra di ogni sospetto.
E invece no. In attesa di conoscere le conclusioni dell’indagine giudiziaria avviata dalla Procura di Firenze, resta l’amarezza per un sistema di “casta” che oltretutto difetta di spirito autocritico. Basta leggere l’accorata difesa d’ufficio del direttore di Giurisprudenza, Luigi Foffani che esprime tutta la sua “personale vicinanza alla collega Maria Cecilia Fregni, coinvolta nell’inchiesta giudiziaria sulle procedure di abilitazione scientifica nazionale in Diritto tributario. Il Dipartimento di Giurisprudenza ha avuto modo di conoscere e apprezzare nel corso degli anni le qualità umane e professionali della prof.ssa Fregni e le riconosce una costante ed irreprensibile correttezza di comportamento nei confronti dell’istituzione universitaria, dei colleghi e degli studenti.
La collega Fregni è profondamente amareggiata da quanto accaduto e vive con estremo dolore questo forzato distacco dalla didattica e dagli studenti, con i quali ha coltivato in tanti anni di attività una relazione particolarmente intensa e proficua. Confido vivamente che lo sviluppo dell’inchiesta ed il lavoro della magistratura conducano a ridimensionare la reale portata delle circostanze ed affermazioni riportate dalla stampa, restituendo al più presto possibile la prof.ssa Fregni alla vita universitaria ed all’attività didattica, istituzionale e di ricerca del nostro Dipartimento”. Non una parola di biasimo sullo scandalo scoperchiato. Non un’autocritica. E questa sarebbe la gente che, pagata profumatamente con soldi pubblici, insegna diritto alle giovani generazioni?
Di Università se ne parla sempre troppo poco, e male. L’opinione pubblica si concentra sui “cervelli in fuga”, ma il vero problema, in realtà, sono i “cervelli” che restano. E i soldi che guadagnano. E il modo che hanno di comportarsi.