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Da Canada e Gran Bretagna, c’è sempre buona MUSICA in Salumeria

12 Mar 2018, 17:14 | Spettacoli | Scritto da : Alice Ravazzini

Da Canada e Gran Bretagna, c’è sempre buona MUSICA in Salumeria

Doppio live in marzo ad Arceto con Juliana&Jesse e Tim Holehouse

 

 

Ad Arceto non si sbaglia. Se cercate della buona musica, con nomi alternativi alle solite voci proposte nella nostra provincia dal duopolio Arci/Medials, allora prendetevi la briga di fare qualche chilometro e andare alla Salumeria del Rock di Arceto dove la musica fa rima con qualità. E con ottime birre che, per del rock, vanno sempre bene.

Due gli appuntamenti da segnalare per il mese di marzo.

Si comincia mercoledì 14 marzo con il duo canadese Juliana&Jesse, due fratelli di origine brasiliana, ma cresciuti tra Montreal e il Messico che prima hanno perseguito progetti musicali individuali per poi riunirsi ecreare un sound radicato nel folk-rock degli anni ’70, fortemente influenzato dal blues: il tutto con un colorato tocco latino. Hanno suonato più di 100 spettacoli a Montreal e dintorni negli ultimi 2 anni, sviluppando il loro stile nei caffè, nei bar e nei sistemi metropolitani della città, e sono stati concorrenti nella trasmissione 2016 de La Voix. Da allora, il duo è stato presente in diverse stazioni radio locali. Il loro album di debutto è uscito nell’estate 2016.

Sabato 17 marzo da Dorchester, Gran Bretagna, ecco invece Tim Holehouse.

Nonostante la notorietà ridotta ai minimi termini, specie nel nostro paese, Tim Holehouse non è un nome nuovo nel panorama blues e non solo, viste le sue tante esperienze in territori anche molto distanti dal succitato. Il suo ultimo cd mette in luce tutta la varietà stilistica dell’artista e anche i suoi più robusti punti di riferimento.

Tralasciando la timbrica graffiante, arrancata, rauca che molto ricorda quella del genio Tom Waits, il suo stile si rifà a grandi maestri blues del passato (“Swamp Beast”), Captain Beefheart su tutti, con il quale condivide una certa tendenza a superare i cliché del genere e una buona dose d’ironia (vedi anche le cover che propone spesso dal vivo) ma del quale non ha certo ereditato le capacità di stupire oltre l’immaginabile. Anche sotto l’aspetto lirico, strumentale e canoro, la vicinanza con Tom Waits o Nick Cave è evidente.

“L’estrema varietà stilistica proposta nella nuova opera del musicista nato a Dorchester – si legge sul sito specializzato Onda Rock – è certo apprezzabile, anche se indice di una certa confusione tra radici, ispirazioni e volontà di espressione. Sicuramente un bel passo avanti rispetto al passato, ma non certo quello che serve per superare quella scarsezza di popolarità di cui si diceva all’inizio. Resta una voce intrigante con uno stile gradevole”.


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