27 Gen 2017, 12:19 | Attualità News | Scritto da : Reporter
Il racconto di trecento studenti reggiani reduci da un’esperienza di studio all’estero
Sono tornati tutti più aperti, più pronti ad affrontare il mondo – quello del lavoro, ma non solo – oppure con le idee più chiare sull’università da intraprendere. O meglio, quasi tutti. Alcuni, infatti, a volte non ritornano: come due ragazze di un ente di formazione reggiano rimaste a Malta a fare le cameriere, un’altra che invece lo sta facendo a Londra e un’altra ancora che ha deciso non rientrare da Lisbona, avendo trovato non il lavoro, ma l’amore. Oppure c’è chi, come Sara Corradini del Motti, è tornata a Reggio per ripartire subito: “Ho fatto un biglietto di sola andata, ho l’aereo il 15 marzo per La Coruña – racconta – Torno in Spagna, dove ho svolto il tirocinio nella reception dell’hotel Zenit, sperando di trovare un lavoro – poco prima di rientrare in Italia ero già stata contattata da un’azienda che seleziona personale per grandi catene come Zara o Pull&Bear – ma soprattutto per praticare il lancio del giavellotto con la loro scuola di atletica leggera. Ne ho parlato con i miei genitori: “Se è quello che vuoi, parti”, mi hanno detto…”.
Sono i giovani reggiani della “generazione Erasmus+” che hanno frequentato lo scorso anno tirocini formativi e corsi di potenziamento linguistico all’estero: ben 318 in tutto, 228 di quarta superiore e 90 neodiplomati. Di 35 giorni (per i ragazzi di quarta) e di 3 mesi (per i neodiplomati) la durata dell’esperienza svolta a Lipsia (Germania), Londra, Cardiff e Crewe (Regno Unito), La Coruña (Spagna), Lisbona e Braga (Portogallo), Cork (Irlanda) , Olanda o Malta.
La positività di queste esperienze è stata ribadita nel corso di una giornata di incontro che si è snodata tra i racconti di professori, dirigenti scolastici e soprattutto studenti. Come Elena Rossi del Tricolore che in Germania ha lavorato in un’azienda di servizi “potenziando la mia conoscenza del tedesco in maniera davvero formidabile” o come Massimiliano Cadei del D’Arzo di Montecchio che a Cardiff ha lavorato in un negozio di biciclette: “Faccio lo scientifico, ma confrontarmi con il mondo del lavoro e con gente straniera è stato bellissimo: e poi la meccanica è la mia passione…”. E ancora Federica Bertani del liceo coreutico del Matilde di Canossa che in Portogallo è stata impegnata in un’associazione di volontariato, Ines Aitidder del Galvani che ha lavorato in un laboratorio odontotecnico a Malta, Simone Bertolotti del Nobili impiegato per tre mesi in un’azienda di installazioni luminose a Cork.