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Educazione, sin da cuccioli: consigli sul comportamento animale e pet therapy

12 Mar 2020, 16:15 | Animali Cani News REanimali | Scritto da : Reporter

Educazione, sin da cuccioli: consigli sul comportamento animale e pet therapy

La delusione negli occhi di Patrizia è palpabile. Il suo adorato Scot, Jack Russell di sette mesi nel giro di una settimana ha morso tre volte cuccioli coetanei  con cui abitualmente giocava.

Alcuni cuccioli, soprattutto i maschietti, possono iniziare presto ad assumere comportamenti “da bulletto” o prepotenti, per esempio ringhiando ai proprietari se si avvicinano e li accarezzano mentre stanno dormendo o rosicchiando un gioco, come se avessero il potere di decidere quando e come possiamo interagire con loro. 

Non bisogna mai ignorare il ringhio del nostro cane, non è bene che abbia l’opportunità di minacciarci. Un domani, questi comportamenti potrebbero trasformarsi in aggressività competitiva e in un generale scarso controllo delle attività motorie (cani che tirano al guinzaglio, iperattivi, eccetera). Di solito queste manifestazioni d’insofferenza sono accompagnate da giochi aggressivi, nei quali il cucciolo usa la bocca mordendo troppo forte e, con i denti appuntiti da latte, facendo male. Inutile alzare la voce o tentare di spingerlo via, servirà solo a eccitarlo di più come se accettassimo il gioco. Purtroppo, questa è la tipica reazione dei bambini (che vanno quindi supervisionati: non affidare a bambini l’educazione del cucciolo senza la supervisione di un adulto).

Bisogna invece reagire smettendo subito di giocare, parlare o interagire. Se necessario, lasciare la stanza e chiudersi la porta alle spalle.

Occorre impostare prontamente la gestione delle risorse e delle interazioni. Ogni attenzione data al cane dovrà essere preceduta dal comando “Vieni, Seduto”. Chiameremo il cucciolo con voce invitante, premiandolo quando si siede e ci guarda, dandogli la nostra attenzione e giocando con lui, sempre attraverso giocattoli e MAI con le mani. Tutte le cose belle e buone della sua giornata, le uscite, i pasti, i giochi, le carezze saranno precedute dal comando Vieni-Seduto (che è un po’ come fargli chiedere per favore). L’età dell’adolescenza varia soprattutto con la taglia e con la tipologia del cane. In ogni caso, dal settimo al dodicesimo mese di vita, si definisce il cane come adolescente. Questo periodo delicato vede l’insorgenza di comportamenti più adulti, spesso anche agonistici e competitivi, che segnalano i primi tentativi di trovare una posizione sociale all’interno del gruppo familiare e nei confronti degli altri. Fate attenzione: il posizionamento sociale nel nucleo familiare  non ha nulla a che fare con l’erronea teoria del branco!!! I giovani maschi sono più inclini a ingaggiare baruffe per il possesso di un gioco o per l’attenzione di una femmina, dispute che possono trasformarsi in litigi anche violenti. È  caratteristica dell’adolescenza una certa strafottenza nei soggetti di forte personalità, e gli “atteggiamenti da bullo” che ne conseguono possono condurre a frequenti zuffe. In questi casi meglio chiedere l’aiuto di un esperto: gestire male queste esperienze può tradursi nel “rinforzare” anche involontariamente dei comportamenti sgraditi. In questo modo giovani cani possono diventare litigiosi o perché imparano che questa strategia ha successo o perché essendo stati aggrediti più volte, imparano ad anticipare reagendo per primi.

Anche all’interno della famiglia il cane adolescente può cercare di sfidare i familiari, provando a reclamare, anche con l’uso della minaccia, per esempio il ringhio, privilegi sociali, come il possesso di oggetti o certe posizioni vantaggiose come una zona di passaggio o una poltrona. Il comportamento del proprietario in reazione a queste sfide può compromettere in modo importante la loro relazione futura. Patrizia, sta impegnando Scot con insistenza e coerenza negli esercizi di educazione alla calma e all’acquisizione degli autocontrolli. Ho consigliato di non frequentare l’area sgambamento per qualche giorno quindi riprendere in orari diversi dal solito e cercare di non creare interazioni competitive con altri cani. In molte occasioni prestare attenzione verso altri cani, anche per motivi di educazione rischia di scatenare fenomeni di aggressività per protezione delle risorse (attenzioni del proprietario); quello stato reattivo e emozionale  che noi esseri umani definiamo gelosia.

Marco Catellani – Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale e Pet Therapy


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