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Gino Severini alla Fondazione Magnani Rocca

3 Giu 2016, 15:26 | Attualità News Spettacoli | Scritto da : Reporter

Gino Severini alla Fondazione Magnani Rocca

Ben 100 opere del grande pittore in mostra nella villa parco di Traversetolo

 

Sono giorni all’insegna della Bellezza quelli che è possibile vivere alla Fondazione Magnani Rocca: il Parco romantico popolato da sontuosi pavoni – la Villa dei Capolavori col percorso sull’età della Duchessa Maria Luigia e i preziosi tappeti di inizio Ottocento visibili per pochi giorni – gli ambienti privati di Luigi Magnani, con la camera da letto Impero aperta al pubblico per la prima volta – la collezione permanente da Tiziano, a Goya a Cézanne. E naturalmente la grande mostra su Gino Severini con 100 magnifiche opere aperta fino al 3 luglio.
Allestiti in sequenza tematica, gli oltre cento lavori esposti documentano l’intero percorso di Severini, dall’inizio del Novecento agli anni sessanta. La sua pittura è caratterizzata da una sostanziale fedeltà ad alcuni soggetti, che emergono nei suoi esordi, declinati con approccio sempre rinnovato – prima divisionista, poi futurista, cubista e classicista – con riprese dove la creatività si unisce alla riflessione sul percorso compiuto. Sei le sezioni, che presentano i temi da lui maggiormente trattati: Il ritratto/La maschera, La danza, La grande decorazione, La natura morta, Il paesaggio, Il libro d’artista. Così Gino Severini descrive la sua “Danseuse articulée” presentata alla Galerie Boutet de Monvel nel gennaio 1916 in una Parigi desolata dalle partenze per la guerra: “Le opere esposte con i disegni e gli acquerelli erano 37; e fra queste opere ve ne era una curiosa intitolata Danseuse articulée e, fra parentesi: Tirez la ficelle et soufflez sur les plans mobiles. Avevo combinato un sistema di spaghi come in quegli arlecchini che si danno ai ragazzi, nei quali, tirando uno spago, si mettono in moto quelli di gambe e braccia. Avevo poi costruito due piani situati in un perno, perpendicolari alla superficie del quadro; soffiando su questi piani, essi si mettevano a girare su quel perno. Se si combinavano i due movimenti veniva fuori un gioco originale… Mi divertii immensamente durante l’esposizione a vedere ogni visitatore mettersi a tirare lo spago e a soffiare sui piani mobili!… Ci si divertirono pure tutti gli amici che, al di là della mia aspettativa, colsero l’occasione per farsi vivi con me e ritrovarsi fra loro. Vennero Picasso, Modigliani, Gris, Metzinger, Lipchitz, André Lhote, Survage, la baronne d’Oettingen”.