15 Dic 2016, 16:49 | Attualità News Politica | Scritto da : Reporter
Letta, Renzi, Gentiloni: tutto cambia, ma non la poltrona di ministro per l’ex sindaco
Dal 2010 ad oggi le tappe di un’escalation inarrestabile tra furbizia e “fattore C”
DI GABRIELE CANTARELLI
Come il Gattopardo. Tutto cambia attorno, ma lui resta sempre lì. Come il mediano in mezzo al campo di Ligabue. Però Graziano Delrio i campi da calcio li ha abbandonati da un bel po’ di tempo ed ora si trova a proprio lì nel mezzo della politica italiano, seduto sulla poltrona di ministro da ormai tre governi: Letta, Renzi e ora Gentiloni. Da vero democristiano, l’ex sindaco “fuggiasco” si è ormai ritagliato un ruolo di primo piano nel (desolante) panorama politico italiano. Fortuna o bravura? Le vicende che lo hanno proiettato a Roma sembrano far propendere per la prima delle due strade. Un vero e proprio “fattore C”, ma ben democristianamente e ambiziosamente coltivato fin dall’inizio del suo secondo mandato in Sala del Tricolore.
2010: L’ITALIA SONO ANCHE IO
E’ il 2010 quando il dottore di San Pellegrino rompe gli indugi. Reggio Emilia diventa troppo stretta per le sue smisurate ambizioni e così si butta a capofitto in un’avventura apparentemente poco significativa: la campagna “L’Italia sono anch’io”. Una raccolta di firme per un disegno di legge mirato a concedere la cittadinanza ai figli di immigrati che vede impegnato in prima persona tutto il suo staff di gabinetto e che gli schiude per la prima volta la ribalta nazionale con le prime comparsate televisive annesse: la “barbetta” comincia a farsi notare e anche il look cambia, dai maglioncini a collo alto alle prime giacche con cravatta.
2011: PER QUATTRO VOTI
Ma è nell’ottobre 2011 che comincia lo “stellone” di Graziano. Per soli 4 voti, a sorpresa, sconfigge Michele Emiliano nella lotta per diventare presidente dell’Anci, l’associazione dei comuni italiani. E qui, altro colpo di fortuna, entra in gioco anche Berlusconi che con il suo Governo inizia a fare a fette le risorse degli enti locali a colpi di tagli, blocco dei trasferimenti e patto di stabilità. E’ il motivo grazie al quale Delrio comincia ad affacciarsi nelle case degli italiani in prima serata. Da Vespa a Floris, Graziano è ormai di casa. E agli italiani quel cattolico di sinistra con 9 figli, il fisico asciutto e il sorriso sornione sotto la barbetta, comincia a piacere.
2013: FUGA DA REGGIO
Soltanto nel 2013 però. Delrio rompe gli indugi. A Roma sta per nascere il governo dell’amico Enrico Letta e l’occasione è troppo ghiotta. Di Reggio da anni ormai gliene importa il giusto e, con il suo numeroso staff, si trasferisce nella capitale promettendo ai reggiani che “anche da Roma si occuperà della nostra città”. Il lavoro all’Anci gli vale la nomina al Ministero per gli affari regionali e le autonomie. Porta il suo nome la “famigerata” legge taglia-province, un altro sgarbo alla rivale di sempre, Sonia Masini. Nel 2014 viene folgorato sulla via di Firenze abbandonando senza remore Letta per sposare la causa renziana che lo tiene a Palazzo Chigi con la nomina al Sottosegretariato e la delega allo sport. Nel 2015 diventa titolare dell’importante dicastero ai trasporti. Carica che mantiene anche dopo la caduta di Renzi, vista la conferma nel Governo Gentiloni. Dal campo di calcio della parrocchia di San Pellegrino alle sale di Palazzo Chigi: Graziano è sempre lì. Lì nel mezzo.