9 Dic 2019, 9:27 | News Politica | Scritto da : Reporter
Niente. Non ce la possono proprio fare. Ogni volta che i “democratici” reggiani hanno l’occasione buona per dimostrare equilibrio e coerenza, cadono con toni da stadio nella più smaccata parzialità politica. Prendete il caso Carletti. Osservando i fatti con la “giusta distanza”, quello del sindaco di Bibbiano non è altro che un clamoroso errore giudiziario commesso su ipotesi di reato tuttora in piedi. Così ha stabilito la Cassazione dopo cinque mesi in cui Andrea Carletti è stato sottoposto ad un’umiliante e abnorme misura di arresto. Chiaro che, all’indomani della pronuncia giudiziaria, lo stesso Carletti non abbia pronunciato una sola parola contro i magistrati che lo hanno dato in pasto al tritacarne mediatico per cinque lunghi mesi. C’è ancora un processo in piedi, ed è meglio evitare polemiche. Meno comprensibile la reazione sguaiata dei “dem” reggiani capitanati da Graziano Delrio e giù per li rami fino ai consigliere comunali di Sala Tricolore. Per loro Andrea Carletti non è altro che una pedina da strumentalizzare per fini politici. E infatti, nelle dichiarazioni post Cassazione, nel mirino del Partito Democratico non è finita la magistratura reggiana, vera origine di tutti gli attacchi vergognosi subiti da Carletti per colpa di quell’arresto. No, il Pd reggiano nemmeno sfiora l’operato dei giudici (“ampia fiducia…”), scagliandosi contro Lucia Borgonzoni e Matteo Salvini rei di aver fatto politica sulle disgrazie giudiziarie altrui. Un “peccato” che la sinistra italiana conosce molto bene avendo marciato per anni sui casi giudiziari dei vari Berlusconi, Fini, Bossi.