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Il primo Tricolore? Diamolo a CHECCO ZALONE

8 Gen 2016, 17:50 | Attualità News | Scritto da : webrep

Il primo Tricolore? Diamolo a CHECCO ZALONE

La proposta choc di Salvatore Salerno (Lions Club): “Suscita nei giovani la curiosità rispetto alla storia”

E’ il personaggio del momento. Se non altro per il tempismo mediatico e la campagna promozionale del suo ultimo film, Quo Vado, che lo ha reso monopolizzatore di quasi tutte le sale cinematografiche italiane. Ora, per Checco Zalone, beniamino bipartisan degli italiani, arriva anche lo sdoganamento istituzionale da parte dei Lions Club. “In qualità di Presidente della Commissione Permanente International – annuncia l’ingegner Salvatore Salerno – ho proposto all’attore Luca Medici, in arte Checco Zalone, e agli autori del film Quo Vado la consegna dello storico vessillo del Primo Tricolore”. “Riconosco al film – continua Salerno – la capacità di suscitare nelle giovani generazioni la curiosità rispetto ad un periodo storico poco conosciuto. Potrebbe essere il primo di un filone di una nuova formata di documentario storico propedeutico per successivi confronti. Inviteremo anche l’attrice reggiana Elena Giovanardi e sarà l’occasione per presentare ai due attori, in attinenza con il lieto fine del film, la Campagna promossa dalla nostra Lions Clubs International Fondation per vaccinare milioni di bambini dei paesi più poveri dove non esistono adeguate cure mediche, contro il morbillo, malattia altamente infettiva che uccide circa 430 piccoli al giorno. La L.C.I.F. si è impegnata a raccogliere tramite i Club Lions, club di servizio presenti in 206 Paesi, 30 milioni di dollari; i fondi raccolti saranno integrati dal Dipartimento Britannico per lo sviluppo Internazionale e dalla Fondazione Bill e Melurde Gates portando il totale a 60 milioni di dollari”. “Quo vado?” è il maggior incasso della stagione. Il film di Checco Zalone diretto da Gennaro Nunziante non solo fa boom al botteghino ma diventa un caso politico e sindacale. La storia dell’impiegato Checco, felice e senza pensieri, con il mito del posto fisso, tipico della mentalità italiana, piace al pubblico ma divide la politica, tra chi ne magnifica i successi e chi parla di trionfo del qualunquismo. Anche il leader della Uil, Carmelo Barbagallo, ha commentato la rappresentazione dei dipendenti pubblici fatta da Checco Zalone nel suo ultimo film. “C’è una distorsione attuata dalla politica che ha usato il bacino elettorale dei dipendenti pubblici per fare i suoi interessi e scaricata sul sindacato. Siamo un sindacato moderno e riformista, se c’è un dipendente pubblico che non lavora deve essere licenziato così come accade nel privato. Fare la satira su questi atteggiamenti funziona perché è come la satira sui politici che fanno finta di fare politica”. Il film ironizza su quel senso rasserenante, impiegatizio e democristiano della prima repubblica e sulla mentalità assistenzialista come ha spiegato il regista. “Abbiamo pensato all’impiegato come un patriota e non come un parassita”. Che piaccia o meno, il film ha toccato nel segno mettendo a nudo le paure e i sogni di un ceto medio sempre più impoverito e disorientato.