26 Ago 2020, 15:46 | Animali Cani | Scritto da : Reporter
Il tema della comunicazione per il proprietario di un cane deve essere un centro d’interesse. Il principale assioma della comunicazione recita: “non è possibile non comunicare”. Proprio per questo, allora, diventa importante comunicare bene.
Non è sufficiente che un proprietario voglia bene al proprio cane, è necessario che sappia che deve fare più passeggiate al giorno e gli deve dare del cibo di qualità e nelle giuste proporzioni.
Se si desidera diventare dei buoni proprietari bisogna conoscere le norme di comunicazione dei cani. È sufficiente tenere in debita considerazione il primo postulato citato prima, ossia che non è possibile non comunicare, per fare importanti riflessioni.
Se il nostro cane in condizioni di veglia decide di tenersi a debita distanza da qualcuno, probabilmente vuole comunicare che non ha nessuna intenzione di interagire con quel qualcuno; se invece rivolge lo sguardo verso di noi e in seguito all’interazione visiva tende ad avvicinarsi scodinzolando affettuosamente vuol dire che ha intenzione di salutarci.
Nel primo caso la comunicazione sarà indifferenza o fastidio alla presenza di una persona; nel secondo caso gioia e voglia d’interazione sociale.
Resta da stabilire che cosa significhi comunicare bene o, in altre parole, essere un bravo comunicatore. Riscontro spesso due atteggiamenti estremi.
Il primo è quello di chi pensa che “saper comunicare” significhi essere simpatici, brillanti e saper fare le vocine al cane. Questa tesi potrebbe essere in parte vera nelle relazioni di breve durata, dove l’obiettivo è di far avvicinare il cane a noi per dargli il biscottino ma poi… Il secondo atteggiamento pericoloso è quello di chi pensa che, se il contenuto della comunicazione è serio, rigido e veritiero, il consenso da parte del cane verrà da se.
I seguaci di questa seconda scuola di pensiero non si preoccupano di suscitare l’interesse degli “interlocutori”. Spesso questo metodo diventa inefficace per un motivo essenziale: se il cane è distratto o poco interessato perché sta annusando la pipì di una cagnetta in calore, e non guarda e ascolta il proprietario è molto difficile che possa comprendere il messaggio emesso dal medesimo.
Riflettere su questi apparenti banali comportamenti è estremamente importante, soprattutto quando siamo in presenza di bambini. Molto spesso, questi ultimi, se non supervisionati dai genitori hanno un approccio maldestro nei confronti del cane e in relazione alla loro giovane età non riescono a percepire eventuali segnali di minaccia.
La prima regola che insegno nei mei corsi è: se si vuole interagire con il cane suscitiamo interesse verso di lui, mantenendoci a debita distanza. Se la nostra comunicazione sarà efficace raggiungeremo il nostro scopo, il cane si avvicinerà a noi con rituali di saluto.
Inoltre, in questo modo rispettiamo la libera scelta del nostro interlocutore: se ha fiducia, voglia e interesse si avvicinerà verso di noi, altrimenti deciderà di fare altre cose. Conquistare l’interesse degli interlocutori è una condizione necessaria ma non sufficiente per definire una comunicazione efficace: bisogna anche poi verificare se il messaggio comunicato ha suscitato la risposta desiderata.
Le domande che dovremmo porci quando comunichiamo con i cani sono: cosa vogliamo o dobbiamo ottenere? Ovvero, l’obiettivo è che il cane si convinca a obbedirci e quindi faccia ciò che gli è stato chiesto.
Un’altra domanda importante è: che cosa otterrà il cane nell’essere d’accordo con quanto proposto, ossia obbedire a ciò che gli è stato chiesto? Un altro dato importante è, chi siamo noi per il cane? Qual è il rapporto e la qualità del rapporto che ci lega?
Infine, in quale contesto ambientale e sociale, con quali mezzi e per quanto tempo dobbiamo comunicare? Se un cane in casa risponde al richiamo e ai comandi di base senza nessun problema (“comunicazione efficace”), non è scontato che ciò accada in ogni altro contesto fuori di casa. Ahimè, questi aspetti sono spesso trascurati dai proprietari dei cani e di conseguenza appena il cane non percepisce il messaggio emesso, il proprietario inizia a spazientirsi, altera il proprio comportamento e i fraintendimenti comunicativi diventano sempre più frequenti. S’innesca in questo modo un circolo vizioso che altera la relazione uomo-animale. Fate attenzione dunque, se si comunica male e la coppia “scoppia”, la prima vittima è sempre il cane.
Marco Catellani
Veterinario AUSL