9 Set 2016, 16:03 | Attualità News | Scritto da : Reporter
Ecco come noi adulti possiamo aiutare i ragazzi ad avere un buon rendimento scolastico
I marshmallow non sono solo buoni da mangiare. Ma posso anche aiutare a capire tante cose, compreso il rendimento scolastico dei nostri ragazzi. Il “test del marshmallow” è un celeberrimo studio sul comportamento dei bambini in età prescolare condotto dall’università di Stanford usando come esca proprio quei dolcetti americani bianchi e spugnosi che sono la delizia dei più piccoli. Eseguito alla fine degli anni 60, è durato la bellezza di quattro decenni. L’esperimento originale consisteva nel mettere dei bambini di 4-6 anni, cioè in età prescolare, di fronte alla scelta fra mangiare un marshmallow subito oppure aspettare un quarto d’ora e in cambio poterne mangiare due. Anni dopo, quando ormai erano degli adolescenti, quelli che all’epoca avevano saputo resistere alla tentazione di mangiare subito il marshmallow potevano vantare dei risultati scolastici molto migliori degli altri. I partecipanti al test sono stati monitorati fin quasi ai nostri giorni sempre con gli stessi risultati. Conclusione: i bambini che dimostrano un maggiore self-control tendono ad avere più successo degli altri nella vita. L’autocontrollo non solo incide positivamente sullo sviluppo e la crescita ma è un indicatore di successo due volte più sicuro del quoziente di intelligenza, che pure gli americani tengono in grandissimo conto. L’esperimento del marshmallow viene ora riproposto dalla rivista americana “The Atlantic” come antidoto al modello ultra prestazionale imperante ai nostri giorni e soprattutto al sovraccarico di stress per i nostri figli che ne consegue.
Per i ragazzi più grandi, il consiglio è di lasciarli liberi di coltivare i loro interessi, dalla musica ai fumetti, anche se a noi genitori possono sembrare laterali rispetto allo studio dell’algebra o della chimica. Non c’è infatti miglior modo di sviluppare l’autocontrollo che quando esso serve a raggiungere uno scopo che ci si è dati da soli. La capacità di governare gli impulsi così acquisita servirà loro anche quando dovranno mettersi a studiare matematica. In fondo, è quanto dimostra il test del marshmallow: quello che motiva i bambini a non mangiarlo subito non è la paura di essere puniti o il desiderio di essere lodati ma la prospettiva di poterne mangiare un secondo se riescono a trattenersi.