29 Gen 2016, 15:16 | Attualità News | Scritto da : webrep
Il PD reggiano è insieme al sindaco Bolondi alla ricerca di una soluzione che possa non solo “salvare” Canossa dall’abbandono e dal deperimento, ma che possa valorizzare il castello e il patrimonio culturale di cui è e dovrà essere sempre di più, testimonianza attiva. Ma le risposte puntuali a questo disastro non possono arrivare solo dall’amministrazione comunale di Canossa. Matilde è un patrimonio storico che non ha eguali, qui si sono poste le basi dell’Europa. Per questa ragione abbiamo bisogno dell’apporto costruttivo di tutti. Per questa ragione ogni livello istituzionale connesso al Partito Democratico è impegnato su questo fronte. “Voglio essere ancora più chiaro – commenta il responsabile per la cultura Andrea Bonacini – è una nostra priorità che non può essere in nessun modo ‘messa da parte’. Chiudere o ridurre Canossa ad un semplice ammasso di ruderi, significa porre in rovina non solo la parte migliore della nostra storia, ma compromettere in maniera consistente una fondamentale parte del nostro futuro. Consci che l’operazione non è semplice e che comprende tre diversi aspetti che devono ad ogni modo essere connessi: messa in sicurezza ambientale, gestione e valorizzazione, non possiamo porci il mero problema della conservazione, in maniera disgiunta dalla gestione futura e dalle prospettive sociali, culturali e turistiche che la connettono al resto dell’Europa. Non si salva una struttura del genere con la semplice messa in sicurezza: serve molto di più altrimenti ci ritroveremo al prossimo passo con gli stessi problemi di ora. Noi dobbiamo identificare questa potenziale catastrofe con la crisi di un modello: non siamo di fronte ad una situazione contingente da risolvere semplicemente sollecitando aiuti ‘tampone’. Non ci sono rimedi semplicistici: bisogna avere lo sguardo lungo, avere una visione strategica del ruolo delle istituzioni culturali all’interno delle comunità nelle quali si inseriscono. Il futuro sta nell’ibridazione, nella capacità di dialogare e di costruzione di processi innovativi che sappiano coinvolgere anche altre aree economiche: solo così la cultura potrà essere anche un motore di sviluppo. Il modello di gestione del Castello di Bianello ne è un esempio concreto e di successo. In questi giorni molti si sono espressi pubblicamente, spesso in maniera strumentale, su questo problema, lo ripeto: c’è bisogno dell’apporto costruttivo di ognuno. Allo stesso modo sono certo che il sindaco Bolondi si adopererà per il meglio come capofila di un’operazione che ci vede coinvolti a diversi livelli; voglio tranquillizzare tutti: non lo lasceremo solo”.