29 Gen 2016, 15:30 | Attualità News Politica | Scritto da : webrep

Polemiche degli “smanettoni web” per la decisione di coprire le opere durante la visita del presidente iraniano ai Musei capitolini. Ma la realpolitik esiste da sempre. E non sempre viene contestata
Il popolo di Facebook non aspettava altro. Una bella polemica politico-culturale per dare libero sfogo alle proprie dita condividendo con milioni di persone il proprio disgusto per la decisione del Governo italiano di “coprire” le statue “nude” ospitate nei locali dei Musei Capitolini durante la visita privata effettuata dal presidente iraniano Hassan Rohani, in occasione della tappa romana di un tour che lo sta portando in tutti i principali paesi europei. All’ordine del giorno ci sono argomenti ben più importanti di quelli a conoscenza, e alla portata, degli smanettoni di Fb. Ci sono i rapporti commerciali tra Iran e Unione Europea. Ci sono argomenti come il rispetto dei diritti umani, la sorte di centinaia di prigionieri e ostaggi, la condivisione di vedute sulla situazione socio-politica internazionale. Ma gli smanettoni, naturalmente, si sono concentrati sull’obiettivo più facile: la decisione di coprire alcune statue (quali e come nessuno si è preso la briga di saperlo…) come segno di rispetto per la formazione culturale e religiosa dell’illustre ospite. Sacrilegio!!! Così il coro dei benpensanti si è scatenato a suon di fotomontaggi con Photoshop e battutismo di bassa lega dimostrando in realtà di avere un atteggiamento meno laico di chi, in nome della Realpolitik, ha preso quella decisione. D’altronde, si sa, soprattutto a sinistra va di moda attaccare e strumentalizzare il premier Renzi in qualsiasi occasione e per qualsiasi motivo. Manco fosse Berlusconi! Come dicevamo, in realtà, Renzi ha soltanto (saggiamente, secondo noi) agito secondo i dettami più elementari della Realpolitik. Renzi non può ragione come gli “smanettoni”. Forse gli manca il tempo per farlo, sicuramente le esigenze di cui abbiamo detto poco sopra erano preminenti. Lo “scandalismo” a orologeria degli smanettoni è poi molto sospetto. Anche i predecessori di Renzi si sono adeguati alla ragione di stato sacrificando sull’altare della Realpolitik i valori fondamentali della nostra società. Un esempio? Eccolo servito: Romano Prodi si rifiutò con modi a dir poco offensivi e umilianti di ricevere il Dalai Lama durante una sua visita in Italia. Lo fece per mantenere buoni i rapporti con il Governo cinese. Ma l’elenco potrebbe continuare. C’è però un altro aspetto “ipocrita” nelle polemiche di questi giorni. Nel mirino degli smanettoni è finito in particolare l’oscurantismo della cultura araba. Secondo loro, il rispetto di quella cultura non merita l’acquisto di un lenzuolo. Davvero paradossale per chi, poco più di un anno fa, arrivò a giustificare gli attacchi terroristici ai colleghi di Charlie Hebdo sostenendo, più o meno a bocca aperta, che in un certo senso “se l’erano cercata” perché si può fare satira su tutto, ma non sulla religione e sulla cultura altrui. Allora, mettetevi d’accordo. Il rispetto della cultura e della religione c’è soltanto quando di mezzo ci finisce il premier Renzi? E ancora, il diritto alla libertà di espressione e di stampa può essere limitato, quello all’esposizione integrale di opere artistiche no? La verità è che, sotto questo polverone, a pronunciare le parole più intelligenti è stato lo stesso presidente iraniano che, richiesto di un commento sull’accaduto, ha laconicamente liquidato il tutto come “una vicenda giornalistica”.