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Toh, il Comune si ricorda dell’ARIOSTO

2 Nov 2016, 17:05 | Attualità News Spettacoli | Scritto da : Reporter

Toh, il Comune si ricorda dell’ARIOSTO

In Panizzi un incontro dedicato all’Orlando Furioso e all’Orlando Innamorato

In una città che riesce a far dirottare 1,7 milioni di euro sul Campovolo “spacciandolo” per luogo artistico e culturale, e non fa nulla per evitare il decadimento della casa natale di uno dei più grandi poeti italiani di sempre, Ludovico Ariosto, suona come beffarda l’iniziativa promossa per venerdì 4 novembre in Biblioteca con l’organizzazione proprio di quel Comune di Reggio che, evidentemente, ha più a cuore e a interesse l’area del Campovolo che non quella del Mauriziano. In questo desolante scenario politico-culturale, in occasione dell’uscita dell’ Orlando Furioso “Editio princeps” appena pubblicata da Einaudi nella versione originale, venerdì 4 novembre in Biblioteca Panizzi si combatterà un duello molto cavalleresco tra Boiardo e Ariosto a suon di canti dell’ Orlando Innamorato e dell’Orlando Furioso.
La Biblioteca Panizzi propone  questa prestigiosa opera in un incontro singolare: Tina Matarrese (curatrice dell’edizione) e Gino Ruozzi (Centro Studi Boiardo), moderati dall’editor Einaudi Mauro Bersani, si combatteranno in un duello molto cavalleresco in cui L’Orlando di Ariosto verrà messo a confronto con L’Orlando innamorato di Boiardo (che ha preceduto ed ispirato il poema ariostesco) a colpi di endecasillabi.
L’incontro sarà anche l’occasione per ascoltare il suono della lingua che si parlava nelle corti padane nel 1516 dalla voce dell’attrice Flavia De Lucis che leggerà alcuni brani dal vivo. Animeranno l’incontro i simpatici gadget ispirati all’Orlando Innamorato realizzati dalla Proloco di Scandiano in occasione del Festival Love del maggio 2016.

LA PRIMA EDIZIONE DEL 1516
Il 22 aprile 1516 usciva a Ferrara, presso l’editore Giovanni Mazocco, la prima edizione dell’Orlando furioso. Ariosto coronava così il lavoro di una dozzina d’anni, ma le cose non sarebbero finite lì. Per il poeta iniziò subito un periodo di revisione del suo capolavoro che avrebbe portato all’edizione intermedia del 1521 e a quella definitiva del 1532. Questo lavoro di riscrittura avrebbe indotto l’autore ad ampliare il poema portandolo da quaranta a quarantasei canti, a ristrutturare l’intreccio dei vari episodi, e soprattutto a cambiare profondamente la lingua adeguandola ai dettami ispirati alle Prose della volgar lingua di Pietro Bembo, che nel frattempo si stavano imponendo fra i letterati italiani di ogni regione. Dunque il Furioso che tutti leggono normalmente è scritto nel toscano letterario esemplato sui grandi trecentisti, quell’italiano che ha costituito la lingua letteraria dominante fino ai primi del Novecento.
Il primo Furioso, invece, assemblava liberamente il toscano con molti latinismi, con il lessico del volgare padano, con svariati termini dell’espressività popolare. Una lingua imperfetta ma molto creativa, quasi inventata ottava dopo ottava. L’edizione qui proposta offre il testo del Furioso originario con un ampio commento sugli elementi caratteristici di questa lingua, sottolineando tutti i passaggi più rilevanti che avverranno nell’edizione definitiva.

PERCHE’ RILEGGERE LA PRIMA EDIZIONE
Come ha osservato Cesare Segre, “Si può e si deve ritornare alla prima redazione per cogliere nel suo momento di freschezza vitale l’invenzione ariostesca. Percorrere questo secondo tracciato retrogrado (meno battuto dai critici) significa lasciare indietro le aggiunte celebrative e gli aggiustamenti diplomatici, uscire dall’incanto dell’armonia e recuperare le articolazioni fantastiche nel loro nativo movimento, riportarsi nell’orizzonte più raccolto e familiare della prima esperienza ariostesca. D’accordo sulla bellezza di molte aggiunte del 1532, sulla perfezione dei ritocchi di stile e di struttura; ma nel primo Furioso c’è una libertà, una gioia di esprimersi, una felicità che il totale impegno formale forse sacrificò in parte.”
Per l’occasione, la Biblioteca Panizzi esporrà alcune edizioni dell’Ariosto e del Boiardo, insieme a carteggi e documenti delle collezioni della Sezione di Conservazione e Storia Locale.
L’ingresso è libero. L’intero programma di iniziative del planisfero è consultabile sul sito www.bibliotecapanizzi.it

 

 

 


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