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Vaccini obbligatori per chi frequenta l’asilo nido

25 Nov 2016, 13:30 | Attualità News Politica | Scritto da : Reporter

Vaccini obbligatori per chi frequenta l’asilo nido

Approvata la legge regionale. La soddisfazione del governatore Bonaccini e le proteste dei grillini

Per poter frequentare gli asili nido dell’Emilia-Romagna i bambini dovranno essere vaccinati. Lo prevede il progetto di legge della Giunta regionale di riforma dei servizi educativi per la prima infanzia e approvato martedì 22 novembre dall’Assemblea legislativa con 27 voti favorevoli (Pd), 5 no (M5s) e 10 astenuti (Sel, Ln, Fdi, Fi). L’articolo 6, quello che introduce l’obbligatorietà dei vaccini, è stato votato da Pd, Sel, Fdi, Fi; contrario il M5s, astenuta la Ln. Nel ridisegnare i servizi 0-3 anni, la norma introduce come requisito d’accesso a quegli stessi servizi, pubblici e privati, “l’avere assolto gli obblighi vaccinali prescritti dalla normativa vigente”, e quindi aver somministrato ai minori l’antipolio, l’antidifterica, l’antitetanica e l’antiepatite B.

BONACCINI: SIAMO I PRIMI IN ITALIA
“Anche in questi giorni abbiamo letto di un contatto col batterio della difterite in Italia e sentito il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Walter Ricciardi, ipotizzare il ritorno della poliomelite, malattie che sembravano sconfitte- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini -La nostra legge è dunque a tutela della salute pubblica, cioè delle nostre comunità, e soprattutto dei bambini più deboli, quelli che per motivi di salute, immunodepressi o con gravi patologie croniche, non possono essere vaccinati e che sono quindi più esposti a contagi. Siamo i primi in Italia ad adottare questa misura, aprendo la strada, visto che altre Regioni intendono fare lo stesso e che se ne parli come di un provvedimento di interesse nazionale. In Emilia-Romagna la percentuale di bambini vaccinati è notevolmente diminuita negli ultimi anni- prosegue Bonaccini-, dal 2014 è scesa al di sotto del livello di sicurezza del 95% e nel 2015 la copertura per le quattro vaccinazioni obbligatorie ha raggiunto il 93,4% rappresentando un potenziale rischio per la salute della collettività. I genitori hanno cambiato atteggiamento verso le vaccinazioni pediatriche, soprattutto per via di informazioni non corrette e prive di basi scientifiche che vengono diffuse in particolare online. Viceversa, noi abbiamo deciso che la salute delle persone va garantita e protetta, non lasciata a improbabili convinzioni o, per usare le recenti parole sui vaccini del presidente Repubblica, Mattarella, a sconsiderate affermazioni prive di fondamento”.

RABBIA GRILLINA
“La legge sui servizi per l’infanzia approvata martedì dalla Regione è, se si può, ancora peggiore di quella che va a sostituire. Una legge che per quel che riguarda l’obbligatorietà dei vaccini non fa altro che inasprire ulteriormente i rapporti con quei genitori che avanzano dei dubbi al riguardo, e che sul fronte dei servizi scolastici lascia campo aperto all’invasione senza regole dei privati e all’impiego di personale precario, con pochi diritti, e senza garanzie sul diritto all’aggiornamento professionale”. È questo il commento di Raffaella Sensoli, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle e vicepresidente della Commissione Sanità, riguardo alla nuova legge regionale sui servizi per l’infanzia approvata in serata dall’Assemblea Legislativa, della quale la consigliera è stata anche relatrice di minoranza. “Come prevedevamo, la Giunta ha voluto innalzare un muro non accogliendo le nostre proposte per migliorare il testo – spiega Raffaella Sensoli – Per quel che riguarda l’obbligo dei vaccini per l’iscrizione al nido la nostra posizione era chiara. Nessuno si è mai sognato di mettere in discussione l’utilità dei vaccini ma le nostre critiche hanno riguardato soprattutto il metodo con il quale si vuole portare avanti questa obbligatorietà che non farà altro che allontanare ancor di più quei genitori che oggi, a causa anche della scarsa informazione, continuano a non voler vaccinare i propri figli. La coercizione non era e non è la strada giusta. Ma visto che il PD e il presidente Bonaccini vogliono andare avanti a testa bassa su questa strada avevamo anche proposto la sperimentazione di questo metodo di almeno due anni con un’attenta verifica dei risultati raggiunti anche in virtù del fatto che lo stesso Bonaccini in aula si era detto pronto a ritirare la norma se dovesse produrre i risultati sperati. E invece con un controsenso che ormai è il marchio di fabbrica del PD la nostra proposta è stata respinta”. Anche per quel che riguarda la qualità dei servizi scolastici il giudizio del Movimento 5 Stelle è assolutamente negativo. “Con questa legge non ci sarà più l’accreditamento in conformità a requisiti precisi e definiti, sostituita da una procedura di autovalutazione – aggiunge Raffaella Sensoli – Non ci sarà un rapporto numerico operatori-bambini definito rispetto agli iscritti, ma ad una flessibilità organizzativa che pagheranno lavoratori, famiglie e bambini. Non sappiamo nulla dei criteri per individuare i margini di flessibilità invocati. Sappiamo però che li definirà la Giunta. Li deciderà in sovrana solitudine. In più non ci sarà nessuna garanzia contrattuale per chi lavora nei soggetti accreditati svolgendo attività e garantendo servizi identici a quelli della gestione diretta. Tutto questo produrrà l’ennesimo regalo alle coop tanto care a questa Giunta e penalizzerà ancor di più i lavoratori che non avranno garanzie per la formazione e inquadrati ancora peggio visto le garanzie contrattuali praticamente nulle che vengono applicate. Per tutte queste ragioni – conclude Raffaella Sensoli – abbiamo votato per sostenere e i diritti dei bambini e dei lavoratori, per migliorare ed ampliare servizi e condizioni di lavoro, ma il PD ha preferito andare avanti con questa legge che non fa altro che peggiorare la situazione attuale”.

LE ALTRE REAZIONI
L’obbligo di vaccinazione per l’accesso ai servizi educativi 0-3 anni attiene a un principio di “responsabilità sociale” sui bambini, per “impedire che le malattie circolino”, soprattutto per i piccoli più deboli che non possono vaccinarsi. Lo ha detto in Assemblea legislativa la relatrice di maggioranza della legge sui “Servizi educativi per la prima infanzia” Francesca Marchetti (Pd), in un confronto serrato in aula con la relatrice di minoranza, Raffaella Sensoli del Movimento 5 stelle, che ha parlato invece della legge come di una “nebbia di parole”. L’esternalizzazione dei servizi, secondo la consigliera riminese del M5s, vede “la giunta decidere da sola e aprire spazi al privato sociale” col risultato di “ridurre la qualità dei servizi pubblici”. Tesi respinta da Marchetti in replica che ha invitato a “dire basta con questa contraddizione tra pubblico e privato. La Regione Emilia-Romagna offre un sistema integrato dei servizi. Qua si banalizza una competizione che non ci appartiene più da tempo”. La valutazione degli educatori del privato sociale sarà uno dei requisiti per ottenere l’accreditamento dei comuni.

In aula sono stati approvati altri due ordini del giorno, il primo firmato da numerosi consiglieri Pd (primi firmatari Francesca Marchetti, Lia Montalti, Paolo Calvano e Stefano Caliandro) e da Igor Taruffi e Yuri Torri di Sel e per l’opposizione da Tommaso Foti di Fdi-An. In questo primo testo si impegna la giunta a “stanziare le risorse necessarie per mettere in atto in tempi brevi una efficace e capillare campagna informativa” compresi i canali “digitali e social” sull’obbligo vaccinale rivolta a “tutti i cittadini” della regione. La promozione delle vaccinazioni sarà rivolta anche “al personale sanitario e scolastico” e andranno coinvolti “pediatri di libera scelta, osteriche e operatori che tengono corsi preparto alle gestanti”.
Nel secondo odg approvato, firmato da Francesca Marchetti, Stefano Caliandro e Paolo Calvano (Pd), e da Andrea Liverani (Lega) e Tommaso Foti (Fdi-An) si impegna la giunta, nell’ambito della lotta allo stress lavorativo del personale che lavora con categorie disagiate, cosiddetto “burnout”, “alla promozione della corretta attuazione e verifica delle azioni di formazione, prevenzione e di contrasto allo stress da lavoro correlato”; alla realizzazione “di un sistema effettivamente flessibile e di qualità”; “a promuovere e sostenere le attività di documentazione, informazione e formazione offerte nei territori a supporto degli educatori”.

 


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